frenostanco ha scritto:
No, l'articolo non l'ho letto perché non compro Motociclismo e non ho l'abbonamento on-line. Quindi quello che c'é scritto lo sai solo tu e gli acquirenti.
Sorvolando su quanto sopra, Mario Ciaccia, un simpatico pasticcione, non è certo da prendere a metro sulla versatilità delle moto elettriche, a mio avviso.
Chiunque oggi usi un veicolo elettrico sa benissimo che di deve dotare di un necessario accessorio: una mappa aggiornata delle stazioni di ricarica. Da quello si può programmare un viaggio senza molti problemi.
Io sospetto molto che Mario Ciaccia non abbia programmato molto e sia partito alla garibaldina al motto "poi troverò una presa di corrente da qualche parte, no?"
A me non risulta che il mezzo milione di acquirenti di auto Tesla/Volkswagen/Renault vada in giro nelle strade fermando le persone e chiedendo per la stazione di ricarica più vicina. C'é gente in USA che ci fa coast-to-coast senza problemi.
Basta informarsi prima:
https://chargemap.com/mapPer quanto riguarda le schede per il pagamento, ci sono società che offrono un "full-range" di fornitori. Nel senso che ti puoi rifornire da chiunque indipendentemente dal "produttore" scritto sulla colonnina. C'é un piccolo esborso in più, ma ne vale la pena.
Questo Ciaccia lo sapeva?
Per contro ti riporto che i medesimo problemi ce l'ha in questo momento Itchy Boots che sta attraversando la Namibia con la sua piccola Hondina CRF250 con soli otto litri di serbatoio.
Come fa? Si informa prima sui punti di rifornimento. E parliamo di Africa, mica della provincia di Bergamo, eh?
renzo_74 ha scritto:
semplicemente arrenditi all'evidenza: la tecnologia non è ancora pronta e le infrastrutture lo sono ancora meno
la resistenza personale al cambiamento al momento è il minore dei fattori
fattene una ragione e abbandona questa inutile crociata
Io ti ribalto invece la tua frase: sei tu che devi fartene una ragione ed abbandonare la tua personale crociata. L'elettrico è arrivato e se non cambi il tuo paradigma "vado-faccio-il-pieno-e-ci-rivediamo-fra-7-giorni" non arriverai mai a capirlo. Un veicolo elettrico (oggi) si usa in modo diverso.
Il maggiore problema lo vedo invece nell'estrema scarsità di moto disponibili per l'acquirente: pochi produttori e pochi modelli. E' questo il problema, altro che le colonnine!
Qui lo dico: non appena uscirà un modello elttrico "potabile" di fattura cinese vedrai che schizzo nelle vendite. Al confronto l'attuale boom della TRK di Benelli sarà un petardino.

ma ci sei o ci fai?
se non hai letto l'articolo non sparare sentenze, hanno pianificato il viaggio tenendo conto delle stazioni di ricarica,
ma è evidente che standard diversi di sistemi di ricarica (cavi) così come sistemi diversi di pagamento sono un problema,
basta che non ci sia linea 4G e l'app dello smartphone con cui devi abilitare la ricarica non funziona, oppure che la colonnina sia occupata impropriamente
o semplicemente fuori uso, come fai poi?
oppure la ricarica lenta per riequilibrare le celle, ma chi se la può permettere in viaggio??
per quanto riguarda la crociata, mi spiace che ti sei perso il mio messaggio di qualche giorno fa
ho scritto chiaramente che per usare l'elettrico OGGI per lavoro serve un cambio delle abitudini
che però non vedo, quindi chi è il sognatore?
https://www.guzzistelvio.net/sito/forum/viewtopic.php?p=379542#p379542infine per cortesia, apri gli occhi, se ci fosse OGGI un reale mercato della mobilità elettrica secondo te i produttori starebbero a tergiversare?
semplicemente stanno facendo la mossa, anche perchè per portare a termine una transizione all'elettrico su larga scala non basta avere la tecnologia
che funziona (autonomia e tempi di ricarica) e le infrastrutture per rendere appetibili le auto, ma occorre dare il tempo alla filiera produttiva di convertirsi,
perchè se oggi un 4 cilindri endotermico ha (invento) 10.000 componenti che vanno prodotti, un elettrico ne ha forse 1000,
visto che sai tutto, cosa facciamo fare ai cassintegrati delle aziende che non avranno più ordini da produrre?
c'è poi un una battaglia politica da non sottovalutare, le batterie sono ancora in buona parte una produzione asiatica, dubito che i produttori
europei in particolare, accettino tranquillamente di dipendere da un fornitore asiatico per un componente centrale come le batterie,
perciò dovremo assistere anche alla nascita di compagnie europee in grado di sostenere le richieste interne.