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 Oggetto del messaggio: Appunti di viaggio in Sardegna (lungo)
MessaggioInviato: lun 9 mag 2016, 17:20 
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Località: Alessandria
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Finalmente! Era da anni che sognavo di essere di nuovo in viaggio, in moto. Un viaggio vero, studiato sulla carta, non troppo, ma non programmato; con un po’ più di respiro e di avventura, rispetto ad un week end lungo o ad un incontro Lissta, che è sempre bello ed atteso, per gli amici che si rivedono e la scelta dei posti, ma resta un giro guidato, che sia on o che sia off. Che poi, nel caso dell’off, il fatto di avere le guide (e le scope), dal mio punto di vista sia anche meglio, è altro discorso....
La Sardegna la conoscevo poco. Una sola vacanza balneare estiva, molti anni fa, che mi aveva fatto conoscere solo la fascia costiera del nord, la Gallura. Il resto dell’isola, da Alghero ad ovest e da Tempio Pausania ad est, per me e Cristina restava ignoto e con la prospettiva di visitare una delle poche regioni ancora relativamente selvagge del nostro Paese, ben prima che le spiagge si popolino delle colonie migratorie estive di Homo Sdraiatus.

Dopo le mille raccomandazione della nostra primogenita che sì, si comporta davvero come fosse la madre e non la figlia, nel pomeriggio del 30 aprile, riusciamo a mettere le ruote in direzione Genova. Le ruote si, ma di quale moto? Io davo per scontato di prendere il K990, ma alcuni tentennamenti di Cristina, che mai aveva viaggiato su questa, mi avevano indotto ad un doppio tagliando preventivo. Con un bell’esborso anche per il transalp che, poveraccio, non vedendo un meccanico vero da 5 anni, ne aveva bisogno. Comunque consiglio con l’occasione MassiMoto di Alessandria, che ha messo a posto anche alcuni dettagli, che mai un concessionario di marca si sarebbe messo a fare. Quindi, con le due viaggiatrici entrambe pronte in garage, si parte alla fine con il ktm, gommato freschissimo di TKC70 (*). Bagaglio ridotto: una valigia da 33 litri ciascuno, pari a circa 9 kg, e bauletto leggero per qualche ricambio, due camere, fast, qualche chiave in più e antipioggia, che purtroppo servirà.
Il bello del bagaglio maschile, rispetto a quello di Cristina, è che io con un paio di scarpe, come ricambio civile agli stivali, mi gioco già praticamente mezza valigia. Ma questo è noto a tutti noi.
Siamo a Genova puntualissimi, due ore prima dell’imbarco, ma ovviamente dietro ai numerosi Svizzeri e Tedeschi, che già animano la coda delle moto. Un cenno di saluto a quelli più vicino a noi, compreso un collega di moto, che prima si luma per un po’ le mie gomme, poi apre il suo bauletto e passa ad uno spuntino di wurstel e cetrioli grandi come banane, ovviamente freddi, annaffiati da un po’ di birra.
Siamo gli unici motociclisti tricolore, in mezzo ad una truppa abbastanza folta. Per lo più maxi enduro, poi un drappello di guzzisti francesi, ed una comitiva svizzera dall’aria abbastanza agguerrita su tenéré e xt 660 (moderni) tassellati, camelback in spalla e bagaglio in tela morbido, in assetto tipicamente da sterro. Molti di loro, li ritroveremo in alcune tappe e di nuovo a Porto Torres 7 giorni dopo, al rientro, oltre a dei Bernesi con monocilindrici su furgone, che saranno nostri vicini di camera al campeggio / albergo Sciopadroxiu di Piscinas, favoloso.
Il budget di viaggio, mi renderò conto alla fine, sarà coperto per almeno un terzo del totale dai costi di cabina a/r della Tirrenia, unica prenotazione fatta, appena una settimana prima del via. Soldi comunque ben spesi, perché non è ancora stagione da viaggio in sacco a pelo sotto le stelle e due notti su sette in totale, comodi in un letto pulito, invece che per terra o stravaccati su poltroncine, possono fare la differenza. Di notte si oscilla un po’, ma la cena leggera e la posizione sdraiata, mi evitano l’aiuto chimico. Cristina se la cava con un travelgum.
Il mio programma originario prevedeva un giro in senso antiorario, puntando subito la famosa Alghero-Bosa. Le previsioni meteo del 1 e 2 maggio, peggiore sul lato occidentale, mi tentano a cambiare la rotazione del viaggio e puntare la mattina del 1 maggio verso Castelsardo, nel tentativo, che non riuscirà, di evitare il maltempo. L’aria è fredda e c’è vento, ma il mattino è soleggiato e, praticamente senza traffico, cosa che sarà una costante di tutta la settimana; la strada verso Castelsardo la trovo favolosa. Il mal di testa del giorno prima ed il raffreddore che mi tormentava da un mese, con il contorno di un po’ d’asma, è già passato! Taumaturgia della motocicletta.
Visitiamo il castello e ripartiamo poi verso Isola Rossa, per un rapidissimo amarcord della nostra vacanza del 1991, che già allora eravamo fidanzati.
Attraversamento, assieme ad alcuni svizzeri del traghetto, della Valle della Luna e quindi una pausa a Tempio Pausania. La pioggia della domenica, per fortuna, arriva quando siamo al bar davanti ad un dolce ed un tè caldo. L’abbigliamento addosso è completamente invernale, tranne l’imbottitura del pantaloni che ho lasciato a casa. Il termometro del k mi segnerà poco dopo, andando verso Olbia, anche meno di 10 °C. Per la prima tappa scegliamo di andare a San Teodoro, a sud di Olbia.. Mi sembrava di ricordare che fosse il “campo base” della Cavalcata del Sole, ed infatti qui vediamo diverse "mono" su carrello e gente che si prepara al ritorno. Dopo aver ripreso un po’ di calore in camera, riusciamo ancora a fare una passeggiata bella lunga per stagni e spiaggia, ma i fenicotteri rosa non li vediamo, per ora.
A cena inizio a scoprire che la ristorazione Sarda ha fatto passi da gigante, offrendo piatti, mai banali, che rendono più moderna la cucina tradizionale.
Il mattino di lunedì 2, sorpresa, c’è un po’ sole. Dopo colazione siamo presto bagagliati verso Capo Coda Cavallo, una penisoletta a nord di San Teodoro, panoramica, ma con troppa densità di quartieri villaggio, l’ultimo dei quali preclude, con un cancello chiuso, la discesa al mare.
Le mie “note di percorso” prevedono una deviazione verso l’interno, per una strada che sale un po’ in quota e dovrebbe costeggiare con una bella (leggi: facile) strada sterrata, il lago di Posada. Purtroppo arrivati qui, scopriamo che la sterrata è chiusa per cantiere; ma proprio sbarrata, che non entri nemmeno in mtb. O torniamo indietro, oppure procediamo in Barbagia, per passare da Bitti, prima di rientrare sulla costa. In direzione monte, verso Bitti, si addensano nuvoloni neri. Noi dove andiamo? Ovviamente a Bitti! La strada è molto bella, ma tanto deserta da diventare inquietante. Non ricordo di aver incontrato auto o case abitate per almeno un’ora di strada. Né osavo guardare se c’era campo gsm; improbabile, non essendoci paesi. La moto per fortuna non ha fatto scherzi, né lì né dopo. Ben prima di arrivare a Bitti, quando finalmente siamo in un piccolo centro (abitato?), inizia la pioggia; che come noto è bagnata, ma il 2 maggio in Barbagia anche particolarmente fredda. Scoprirò poi che a pochi km in linea d’aria da noi, credo verso Fonni (1000 m slm), nello stesso momento nevicava.
Anche la sosta a Bitti è un po’ desolante. Il bar in centro paese, a parte la parete piena di foto dei tenores, offre solo panini confezionati e ha una sala né accogliente né riscaldata.
Nel pomeriggio la pioggia mollerà un po’, anticipando il bel tempo dei giorni successivi. Puntiamo verso Dorgali, con tappa a vedere la sorgente carsica di Su gologone, più interessante che bella. Il posto è comunque ottimo per pic nic, ci fosse il sole, e lì vicino c’è una bella sterrata per la valle del Lainatto, che è uno dei punti di avvicinamento al villaggio nuragico di Tiscali (trekking di tre ore, che non abbiamo intenzione di fare). La sterrata però è bella, un po’ in costa al monte con vista sulla valle ed un po’ nel bosco. Si arriva ad un rifugio – biglietteria di accesso ad alcune grotte, che visitiamo, che sono collegate come una specie di sifone al sistema carsico del Su Gologone. Oltre le grotte, si sale anche ad altri villaggi nuragici, con accompagnatore. Ma è già tardi, non si può più ed a noi non frega molto. Senza più pioggia arriviamo a Dorgali, che attraversiamo in moto e non ci piace, per scendere quindi a Cala Gonone a cercare un hotel. Questo paese, a maggio ancora semideserto, è bellissimo. La spiaggia è enorme e di ghiaino rosa, con il monte a picco alle spalle. Anche la seconda cena, come pure le successive, sarà ottima.

3 maggio, martedì. I tassellini anteriori del tkc70 puntano sud, sulla ss orientale, che in questo tratto arriva ai 1000 m slm, ed è ovviamente bellissima in moto. Pochi km a sud di Cala Gonone, c’è il “campo base”, si chiama così, da cui partono le escursioni più facili, in jeep, verso il canyon Gorropu. Il campo base è anche un punto di osservazione panoramico, ed a questo ci limiteremo noi, in quanto l’escursione porta via praticamente tutta la giornata e va prenotata per tempo. La strada sterrata che incomincia al campo base e scende al canyon, ha il divieto di accesso, per i più.
Nel corso di un paio d’ore, e scendendo di quota, se ne vanno in valigia uno dopo l’altro gli strati interni della giacca. É iniziata l’estate Sarda! Resteranno comunque aria fresca e vento, quasi sempre. Dopo il pranzo in una caletta rocciosa, con bar ristorante, ma mare praticamente inaccessibile, arriviamo in zona Costa Rei. La prima spiaggia dove ci fermiamo, quasi deserta, sembra già un posto da favola. È il giorno del primo bagno dell’anno, con un po’ di coraggio.
L’idea è di dormire a Villasimius, dove arriviamo verso le 18.30. Il paese, non immediatamente sul mare, non ci attira molto e tra quelli in prossimità della spiaggia vedo aperto solo un 4 stelle un po’ pretenzioso.
Pensiamo di proseguire lungo la costa verso Cagliari, pensano di trovare altre occasioni di pernotto. In realtà su questo tratto di costa, un ventosissimo saliscendi, non ci sono dei veri e propri centri marini e non troviamo niente di apprezzabile per la notte. Arriviamo a Cagliari e qui perdiamo tempo nel traffico, ma senza vedere un insegna “hotel” adatta a noi. Ovviamente ho con me, sullo smartphone, l’annuario di tutti gli hotel e b&b di Sardegna. Basterebbe quindi fermarsi, posteggiare, iniziare a telefonare, impostare la via sul navigatore e .. finito lì.

Però siamo in moto e vagabondi. A noi piace arrivare, guardare, vedere un posto e dire:”va bene, dormiamo qui”. Oltretutto c’è un vento veramente terribile, da guida in piega sul rettilineo, ed avendo alleggerito le giacche durante il giorno, iniziamo ad avere anche freddo.
Alla fine esco da Cagliari, lungo la strada degli stagni, dove un po’ di fenicotteri iniziamo a vederli, e procedo verso Pula e Chia. Già col buio arriviamo a Pula e dopo qualche dritta del benzinaio appena fuori paese, gentile come tutti i sardi trovati, troviamo subito un B&B, Villa Alberta, comodo al centro e con garage moto! E proprio quella sera, Pula, la Nora dei fenici, è in festa per Sant’Efisio: di origine palestinese, militare romano tirapiedi imperiale di Diocleziano, poi convertito al cristianesimo e per questo (?), decapitato. Così nel dopocena, abbiamo anche i fuochi d’artificio, oltre al piacere di un paese sardo infiocchettato a festa.

Il 4 maggio, forse la giornata più bella e piena del viaggio, possiamo, grazie alla tirata del giorno prima, vedere la spiaggia di Chia, poi seguire una sterrata sino a Capo Spartivento, pranzare in una spiaggia caraibica vicino a Teulada e puntare nel pomeriggio la zona mineraria di Carbonia – Iglesias. Una tappa al tempio di Antas, di origine punica e poi rimaneggiato in età imperiale, è certamente consigliata, perché è un bellissimo posto immerso nel verde.
Passando da Ingurtosu, arriviamo a Naracauli, impianto di archeologia industriale mineraria, che a me ricorda tanto l’ingresso di Moria, per chi conosce Tolkien. Memori del disagio della sera precedente, avevamo già prenotato dal mattino il campeggio Sciopradoxiu, l’unico posto per dormire a Piscinas, escluso il carissimo Hotel Le dune, sulla spiaggia. Quindi, avvisando che saremmo arrivati tardi, ci godiamo l’ultimo sole della spiaggia di Piscinas, ai piedi di dune sahariane (almeno credo, io il sahara non l’ho mai visto!) e non contenti prendiamo al tramonto la sterrata che risale lungo la costa verso nord. E qui, affronto il primo vero guado della mia carriera di motociclista.........All’andata in due, seduto, mi sbacchetta l’anteriore su un sasso, ma “tengo aperto” e ne esco fuori. Il ritorno sarà un po’ più studiato e, grazie alla disponibilità della mia fotografa ufficiale che guaderà a piedi, sui bordi, avrò il mio “scatto” del viaggio, stavolta in piedi sulle pedane, come Catanese comanda......

5 maggio. Ei fu.....ma il ktm per fortuna continua ad andare bene. E allora dopo un po’ di spiaggia, oggi senza vento e con un caldo davvero desertico, affrontiamo i 10 km di sterrato montano della Ingurtosu – Montevecchio, la strada delle miniere. In teoria con divieto di accesso, ma a detta anche del campeggiatore, praticabile, anche se un cartello giallo visto il giorno prima mi faceva temere di trovare uno sbarramento a metà percorso.
Bel percorso, con qualche tratto un po’ smosso meno tranquillizzante, anche in virtù del mio carico prezioso. Ma visto che non siamo caduti, oggi posso dire:”niente di che, per un reduce di VdS, Assietta, Sommelier.....”.
Scendendo da Montevecchio puntiamo la pianura interna, per risalire poi brevemente alla Giara di Gesturi; questa è un sorprendente piccolo altopiano, di origine vulcanica, sulla cui sommità pascolano cavalli liberi, in un giardino fiorito ricco di corsi d’acqua (in questa stagione).
Una sterrata facile, salendo alla sommità della giara da Setzu, su asfalto, permette di addentrarsi sull’altopiano per qualche km ed ammirare paesaggio ed animali. Poi, quando la sterrata diventa più brutta e fangosa come fondo (anche se sempre in piano), compare anche il divieto di accesso. Dietrofront. Per oggi, scampato pericolo! Si può salire da altri due paesi, ma non ho idea delle strade che si trovano.
Da lì in meno di un’ora si arriva ad Oristano ed alla vicina penisola del Sinis, nostra meta per l’ultima notte in terra Sarda e dove “dobbiamo” vedere e fotografare i fenicotteri e la famosa spiaggia di Is Arutas.
Questa penisola, pianeggiante, poiché delimita una zona di stagni dove appunto sostano i fenicotteri, come in altre parti della costa sarda, ha il vantaggio per noi moteros di avere una bella sterrata che segue praticamente tutta la penisola da sud a nord, ovvero dalle rovine di Tarros sino all’estremità nord. In stagione balneare, i posti dove poter fermare la moto per la spiaggia sono sicuramente molti, magari senza fare il nostro errore di andare ad Is Arutas dopo le 18.30, verso sera, quando il calare delle tenebre è anticipato dall’attacco di voraci zanzare, ovvero l’altra faccia degli stagni.....

Il 6 maggio, l’ultimo giorno, inizia con una dormita un po’ più lunga ed una lenta risalita verso nord, dopo una breve visita al museo di Cabras a vedere le statue dei giganti di Monte Prama, ritrovamento archeologico degli anni ’70, a dire del nostro albergatore orgoglio di sarditudine, che rimescola un po’ le teorie sulla civiltà nuragica, facendola apparire più evoluta di quel che si è sempre pensato. Diciamo, per essere concreti, visita perdibile, se non si è sardi oppure appassionati davvero di archeologia.
La Bosa-Alghero, magnifica strada costiera in quota, è l’ultimo ricordo motociclistico di questo bel viaggio, prima di una sosta merenda e souvenir ad Alghero, bella ed elegante cittadina di mare, e poi l’arrivo al traghetto di Porto Torres, quasi come un rendez-vous con tutti quei motociclisti che erano sbarcati assieme a noi, il primo maggio.

Alcune foto, sulla pagina facebook.

http://tinyurl.com/jsvwrb9

Saluti

Gabor – AL


(*) TKC70. Nelle misure 21 e 18 sono in codice T ma con M+S. Mentre nelle misure 19 e 17 sono in codice V, quindi vanno bene su tutte le maxi con il 19 tubeless anteriore, anche se non hanno marcatura M+S a libretto. Io mi ero trovato bene con la dotazione originale Pirelli MT90 a/t, però solo con il primo treno. Con il secondo, ho avuto da subito un fastidioso sbacchettamento (wobbing, mi pare si dica) a velocità intorno a 65 – 70 km/h, che mi ha fatto passare la voglia di riprenderle, dopo aver scoperto che è difetto ricorrente all’anteriore delle ultime produzioni. Le TKC80 le ho già sul transalp e mi sembrava insensato metterle su una moto usata prevalentemente su asfalto. Non volevo però una gomma stradale pura e, letto anche un po’ di pareri positivi in giro, ho voluto provare questa bi mescola, dura al centro e più morbida sui tasselli laterali. In questo viaggio, con circa 1300 km sempre carico, circa 60-70 km di sterrati fatti sempre in due e carichi dei bagagli, mi sono trovato bene. Niente da rimpiangere delle MT90 e l’impressione è di un livello superiore su asfalto.
Gli sterrati fatti erano sempre secchi (altrimenti non li avrei fatti!) a parte il guado vicino a Piscinas; fondi di terra compatta o con un velo di sabbia sopra, oppure ghiaia, ed una trentina di km in tutto con fondo sassoso di montagna, a tratti un po’ scassato,sia tra Ingurtosu e Montevecchio (la zona delle miniere) che a Capo Spartivento (vicino a Chia, divieto di accesso da giugno a settembre) e nella valle del Lanaitto (Zona Tiscali – Su Gologone).

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Gabor
"Mettete Scott a capo di una spedizione scientifica, Amundsen per un raid rapido ed efficace. Ma quando siete nelle avversità e non intravedete via d’uscita, inginocchiatevi e pregate Dio che vi mandi Shackleton" R. Priestley


Ultima modifica di Gabor il lun 9 mag 2016, 22:01, modificato 1 volta in totale.

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 Oggetto del messaggio: Re: Appunti di viaggio in Sardegna (lungo)
MessaggioInviato: lun 9 mag 2016, 17:43 
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Grande Gabor, bel percorso! E bel racconto!

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Il più grosso limite delle mie moto…sono io.
Io continuo a comperare le moto che mi piacciono, spero non si rompano.


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 Oggetto del messaggio: Re: Appunti di viaggio in Sardegna (lungo)
MessaggioInviato: lun 9 mag 2016, 17:50 
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Località: Solaro ( Mi )
...fantastico giro, grazie per aver condiviso...in molti posti da te visitati ci sono stato e nel tuo racconto mi rivedevo vacanziero agostano, il rio Ingurtosu l'ho guadato in auto, ma c'era mooolta meno acqua e al largo di diverse spiagge che hai visto si narra di relitti semisommersi nella sabbia ( a Piscinas ce ne uno con un carico di piombo se non ricordo male ) che la regione Sardegna non vuole portare alla luce ( forse attirano turisti ?...)
dal tuo fantastico racconto si capisce che ti sei molto più che divertito... :bravo :bravo

:byee :byee

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Etiamsi omnes ego non ( almeno spero )

Non smetti di fare le cose perché sei vecchio,
sei vecchio perché smetti di fare le cose.

Se vedi il tuo bicchiere mezzo vuoto, travasalo in uno
più piccolo e smettila di rompere i cogl@@ni. ( Mara Maionchi )


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Percorso bellissimo e bel report.

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MessaggioInviato: lun 9 mag 2016, 21:01 
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grande Gabor !!! : Thumbup :

PS. il link alle foto non funge ... forse questioni di privacy di Facebook :smoke01

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MessaggioInviato: lun 9 mag 2016, 21:40 
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Grazie. ho provato a modificare la privacy; adesso dovrebbe essere pubblico.
ciao

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Gabor
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MessaggioInviato: mar 10 mag 2016, 1:00 
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Bellissimo racconto!
Mi hai riportato al giro fatto nel 2013.. ricordo che L'Orientale sarda SS125 mi entusiasmò, come la sterrata che scende alle dune di Piscinas.. ma non feci il guado... ricordo le vacche pascolare sulla spiaggia nei pressi di Capo Teulada e la vecchia strada che saliva al Passo Correboi..
Bello.. bello davvero. Bel giro!

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Giumbolo è in giro: IL MIO BLOG: BASTA CLICCARE QUI: https://vastoinmoto.blogspot.com/


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Complimenti!!!!!
bei posti, bel giro e foto meravigliose : Thumbup :

P.S della Sardegna ho avuto una esperienza di gruppo ed è stata fantastica........immagino soli........dove come e quando vuoi!

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Tranne le Inglesi le ho avute tutte...........


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MessaggioInviato: mar 10 mag 2016, 10:31 
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Località: Narzole
Twin87 ha scritto:
Complimenti!!!!!
bei posti, bel giro e foto meravigliose : Thumbup :

P.S della Sardegna ho avuto una esperienza di gruppo ed è stata fantastica........immagino soli........dove come e quando vuoi!


Parli di sesso? :smoke01

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Il vantaggio di essere intelligente è che si può sempre fare l'imbecille mentre il contrario è del tutto impossibile
C'è gente che ha il culo di paglia e vuole fare scorregge di fuoco
Articolo 21 costituzione italiana, la più bella del mondo


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 Oggetto del messaggio: Re: Appunti di viaggio in Sardegna (lungo)
MessaggioInviato: mar 10 mag 2016, 10:37 
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Località: Romano nel Salento
YaYaLuca ha scritto:
Twin87 ha scritto:
Complimenti!!!!!
bei posti, bel giro e foto meravigliose : Thumbup :

P.S della Sardegna ho avuto una esperienza di gruppo ed è stata fantastica........immagino soli........dove come e quando vuoi!


Parli di sesso? :smoke01

...........ovviamente :hands

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MessaggioInviato: mar 10 mag 2016, 10:42 
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Gabor ha scritto:
Grazie. ho provato a modificare la privacy; adesso dovrebbe essere pubblico.
ciao


: Thumbup : : Thumbup : : Thumbup :
Complimenti, foto molto belle !!!

La Sardegna è sempre spettacolare, io sono decisamente innamorato
della Zona di Carbonia/Iglesias
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MessaggioInviato: mar 10 mag 2016, 11:07 
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Molto bella anche questa. Dove l'hai scattata?
In Sardegna cercherò di tornare presto, senza farci passare troppi anni; un posto veramente favoloso. Come strade, è anche molto più godibile della Corsica, dove ricordo molte strade strette, con tante curve cieche, abbastanza pericolosa.....
ciao

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MessaggioInviato: mar 10 mag 2016, 11:20 
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Questa l'ho scattata sulla SP83 tra Fontanamare e Nebida , mentre andavo verso Masua e il Pan di Zucchero : Thumbup :

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 Oggetto del messaggio: Re: Appunti di viaggio in Sardegna (lungo)
MessaggioInviato: mar 10 mag 2016, 14:13 
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Località: CATANIA
I miei complimenti a Gabor che ha raccontato questa sua avventura con molta passione e meticolosità ,tanto da far venir volgia di andare in terra Sarda, e magari ci andrò davvero. Tutto ben raccontato e ben documentato.

:voto

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Risponde al nome Fulvia, la STELVIO 8V, motore a testa "quattro valvole" modello NTX colore NERO LAVA (messo in moto nel maggio del 2013)


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 Oggetto del messaggio: Re: Appunti di viaggio in Sardegna (lungo)
MessaggioInviato: gio 12 mag 2016, 8:26 
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Località: Civitavecchia
Ormai tutti stanno scoprendo che la zona più bella della Sardegna è quella tra Bosa e Chia.

Con il ns club ci siamo andati in un fantastico giro ormai 5 anni fa :mattoni

Gabo: quel bar a bitti lo conosco. Noi ci siamo arrangiati con i gelati confezionati. Quei panini sembravano plastica e non solo per la confezione.

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:bruno


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 Oggetto del messaggio: Re: Appunti di viaggio in Sardegna (lungo)
MessaggioInviato: gio 12 mag 2016, 9:15 
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Località: Alessandria
brunoguzzi ha scritto:
.......................

Gabor: quel bar a bitti lo conosco. Noi ci siamo arrangiati con i gelati confezionati. Quei panini sembravano plastica e non solo per la confezione.


Infatti il panino di pranzo dovevamo digerirlo ancora a cena! Quel giorno, mentre noi eravamo a Bitti, a Fonni nevicava (il 2 maggio), ed il gelato non sarebbe stata proprio la soluzione più adatta per recuperare un po' di calore..... :shock:
Alla fine di Bitti ho visto solo una panoramica, dalla strada "alta", prima di entrare in città, e poi la piazza principale, quella del famigerato bar. Il clima non invitava ad indugiare per le vie del centro storico.
Per fortuna ci siamo rifatti i giorni successivi, sempre al sole :shine
ciao

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Gabor
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MessaggioInviato: gio 12 mag 2016, 19:24 
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Bellissimo giro, grazie del racconto. Io e cp a Bitti abbiamo mangiato un pane carasau morbido con la mortadella. Buonissimo.

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