ch-zep ha scritto:
Quoto Parrus e Gabor.
Che la qualità intrinseca di certi prodotti sia quella che sia non ci piove, vanno però anche sfatati certi “miti della qualità”: la GoldWing Tour DCT 2020, moto ultra premium di Honda pagata a prezzo salatissimo, in certi dettagli faceva quasi sorridere rispetto ad altre… due piccoli esempi, sportello e tappo della benzina e chiusura borse+bauletto stile anni ‘70 (che in una moto da viaggio contano).
Dimentichiamoci dunque che certe moto cinesi proposte a certi prezzi possano essere di altissima qualità. È importante rendersene conto e accontentarsi di quello che sono in grado di offrire (fa sempre stato il 90% di Parrus).
Per 7500€ verosimilmente sarei anch’io tra quelli che con calma si cercano una moto DOC di seconda mano, ma tantissimi clienti non vogliono sentir parlare di moto d’occasione.
Alla fine tutto dipende dal concetto che uno ha di "qualita'". A me insegnarono che la qualita' di un prodotto si giudica da quanto bene risponda ai bisogni del cliente. Se uno vuole la simil-dakar a dispetto di tutto il resto, ok. La Cape-X o TRK o Leoncino o qualunque altra (tanto il produttore e' lo stesso) sono prodotti di qualita' adeguata.
Ma resto dell'idea che e'una visione cagionata da ignoranza merceologica. Io ero innamorato della AT, poi qualcuno mi mise una pulce nell'orecchio e andai a dargli una bella occhiata da vicino. Trovai molti dettagli approssimativi o addirittura mal fatti, e la lasciai li. Feci la stessa cosa con la V85 e quel poco che aveva lo trovai tutto ben fatto (a parte un paio di dettagli come il finto carter di plastica che scoprii in seguito).
Quanto e' fatta bene o male una moto? Pochi si pongono la domanda. Eppure andrebbe fatta se si vuole comprare qualcosa che valga i soldi spesi. Avete presente certi scooteroni costosissimi? Vanno bene, sono pratici, i clienti sono soddisfatti. Poi li vai a guardare da vicino e vedi che sono fatti col culo: telai di ferraccio saldati
pare da orangutan cerebrolesi, interi impianti tenuti insieme da fascette di plastica, connettori che penzolano, viteria da ferramenta, scolature di vernice, motori da tosaerba. Tutto coperto da plastiche belle spesse e ben verniciate, incastrate l'un l'altra tipo Jenga, schermi a colori e pulsanteria retroilluminata, con l'immancabile sella-poltrona. Roba che potrei progettare pure io, e saprebbe realizzare qualunque disgraziato in infradito in qualunque capannone col pavimento di terra battuta in qualche angolo dello Jangsu.
Fa quel che voglio? Si. Ma a me non basta che un motoveicolo "faccia". La mia lavatrice "fa", la mia caldaia "fa", i miei attrezzi da giardinaggio "fanno". La moto deve anche e soprattutto essere. Tanto o poco, ma deve essere una moto.
Guardavo le Royal Enfield a Eicma e pensavo: queste sono moto, anche se non costano una cifra e non hanno grandi dotazioni tecniche. Guardavo Fantic e pensavo la stessa cosa.
Guardavo le cinesi e pensavo: questi sono scooter senza carene e con le ruote alte, anche se a raggi.