Ciao a tutti, mi chiamo Alberto, sono originario della provincia di Cuneo e vivo a Torino.
Sono stelvista da un paio di settimane.
Breve storia della mia vita motociclistica: adolescenza su Phantom Malaguti, maturità motociclistica iniziata nel 2007 con una Suzuki SV650 del 2001 per poi lanciarmi su una Guzzi V7 del 2013.
Mio padre era guzzista e mi ha lasciato un paio di vecchi ferri anteguerra che con un mio amico cerchiamo di tenere in vita smontando e rimontando.
Lo Stelvio mi è sempre piaciuto ma non ho mai avuto il coraggio di investire così tanto in una moto da turismo, vuoi per l’età, vuoi per la mole, vuoi per il tipo di moto.
Circa un mese fa ho cambiato idea e, parlando con amici esperti appassionati di moto, ho espresso la mia intenzione di voler prendere un cinghialone Guzzi, sebbene fosse già fuori produzione.
Essendo stato fortemente sconsigliato da tutti di comprare lo Stelvio (pesante, poco moderna rispetto ai biemmevu, problemi meccanici, impossibile da rivendere) ho ovviamente fatto tesoro delle loro opinioni.
Non più tardi di una settimana dopo avevo già fatto la voltura.
La mia creatura è un NTX del 2011 con 70k km sul groppone. Come accessori ha un ammo posteriore Ohlins, scarico Agostini e deflettorino di marca sconosciuta.
Unico difetto un’ammaccatura sul musetto e scheggiatura del faro dovuti a una caduta da fermo (da quanto dichiarato dal venditore) che sto già risolvendo con il carrozziere e con un faro di recupero da una moto demolita.
Smontare è sempre molto facile... rimontare vedremo!
Ho comunque avuto modo di usarla un paio di settimane prima del lifting e che dire... i miei amici avevano ragione.
È poco tecnologica, è pesante in manovra, vibra un po’ e ha il cambio di un camion.
E la adoro per tutte queste cose. Perché non è la prima della classe ma fa classe a sè.
Spero che la gloria e l’interesse per questa moto prosegua perché sicuramente se lo merita nonostante e anche grazie ai suoi difetti.