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Autore Messaggio
 Oggetto del messaggio: La Sicilia orientale
MessaggioInviato: ven 12 ott 2012, 17:05 
E’ stato proprio l’incontro prolungato e ravvicinato con Giovanni (Joao) che mi ha portato a scartabellare i miei soliti appunti di viaggio relativi alla Sicilia.
Con lui – nisseno D.O.C. - abbiamo scambiato impressioni, sensazioni, aneddoti, detti e dicerie della sua isola ed è stato così, ripeto, che sono rispuntate fuori annotazioni del viaggio da me fatto nel 2010.



Parto da Ragusa.
A RAGUSA ci si innamora della città vecchia Ibla. Appena la si avvista, il colpo d’occhio è incredibile: un alveare di case asserragliate sotto la basilica di S. Giorgio. A volte è contrasto, a volte è raffinato equilibrio ma il gioco tra decadenza e bellezza architettonica fanno del quartiere antico una meta dai ritmi lenti, alla ricerca dei ricami barocchi sulle facciate di case e chiese, rilassandosi tra le palme del giardino Ibleo, avventurandosi a caso nei vicoli, sedendosi a chiacchierare con gli anziani nella piazza della cattedrale.
Ibla è un fantastico set naturale, Sicilia vera senza tempo che non a caso ha fatto innamorare di sé da Pietro Germi di “Divorzio all’italiana” alla trasposizione televisiva del commissario Montalbano di Andrea Camilleri.
Lo stesso rovinoso terremoto del 1693, che convinse i ragusani a dar vita a una nuova città, travolse anche MODICA, che offre la ricostruzione settecentesca sotto S. Giorgio in cima alla lunga scalinata.

Il bel paesaggio intorno, si incide di valloni rocciosi come a CAVA D’ISPICA, dove un sentiero si muove tra necropoli, tombe bizantine, abitazioni trogloditiche e costruzioni medioevali.
La discesa verso mare, passa per la conca di SCICLI anch’essa ricostruita dopo lo stesso tragico terremoto.
Di nuovo affacciati sul mare, verso ovest la bellezza abita la spiaggia della riserva del fiume Irmino, a est invece lo scheletro della vecchia fornace di MARINA DI MODICA chiude la spiaggia di SAMPIERI.
Più avanti, superato il torrione antico della moderna POZZALLO, che si vanta della spiaggia dunosa di Marispica, a PACHINO si decanta il rinomato pomodoro ciliegino, facendo finta di non vedere le orribili serre che spargono la plastica ovunque.
Ma si resiste per approdare a PORTOPALO DI CAPO PASSERO con la tonnara: a poche centinaia di metri dalla spiaggia una riserva naturale protegge il mare di cristallo e un’isoletta, dove una fortezza domina palme nane e gigli marini.
E’ il punto più a sud dell’Italia!
Dopo pochi chilometri io e la mia “Lady Penna Bianca”, ci fermiamo a MARZAMEMI per rilassarci ai tavolini del bar affacciato sul porto di pescatori. Poi si va a curiosare nella tonnara e nelle poche vie silenziose, prima di fare la bella scoperta della vicina oasi di Vendicari. Verso l’interno i pantani si riempiono di avifauna in svernamento o migrazione, sul mare si apre la bella spiaggia, controllata dalla torre aragonese e dai ruderi della tonnara con gli stabilimenti di lavorazione di origine addirittura ellenistica.

Cartina alla mano (odio il navigatore) decidiamo di salire a Noto ma prima ci dedichiamo ad una visita agli scavi archeologici e ruderi di ELORO in splendida posizione sul mare e ai resti bizantini della CITTADELLA DEI MACCARI (con l’accento sulla prima “a”).

Eccolo il trionfo del barocco! Entriamo a NOTO percorrendo il corso centrale che è una passerella tra edifici storici e religiosi, fino alla piazza del Municipio, con l’elegante portico, la cattedrale, parzialmente chiusa per i restauri dopo il crollo del 1996, e le facciate elaborate dei palazzi nobili circostanti.

Con gli occhi pieni di cariatidi, decorazioni, volute, ferri battuti ad arte, scorci e profumi, cerchiamo ora, mete naturalistiche più a nord, dove incontriamo la riserva del fiume Cassibile con villaggi rupestri, e la foce del fiume Ciane famoso per i papiri.

Siamo arrivati quasi alle porte di SIRACUSA, che esprime le sue atmosfere più suggestive nell’isoletta di Ortigia, dove gli edifici inglobano i resti di templi greci, come nel Duomo o nelle ricostruzioni bizantine, arabe, e normanne del tempio di Apollo. Passeggiamo tra belle architetture fino al castello di Maniace e il tramonto ci trova per un aperitivo sul lungomare Alfeo.
Il giorno seguente entriamo nella città moderna per accedere al parco archeologico di Neapolis, col meraviglioso teatro greco, palcoscenico per rappresentazioni estive, le cave dell’orecchio di Dionisio, il teatro romano o la necropoli di Grotticelli con la cosiddetta tomba di Archimede e la Grotta dei Cordari.
Non visitiamo il Museo archeologico, preferendo viceversa, poco fuori città, visitare la grande fortezza di Eurialo, la più originale costruzione militare della Magna Grecia.

Circondati da agrumeti scorriamo, sovrastati dalla sagoma dell’Etna (a’muntagna) fino ad impattare con l'urbanizzazione della città di CATANIA. Vale la pena sostare per ammirare le piazze barocche e la scenografica cattedrale di pietra lavica.

Abbiamo voglia di mare! Cosa c’è di meglio che puntare sulla costa, verso i bei fondali lavici di Aci Castello, Aci Trezza e Aci Reale in un mare incredibilmente cristallino?
Sostiamo a CASTELLO sotto il maniero normanno sulla rupe di roccia vulcanica.
A TREZZA si trova la più tranquilla atmosfera del porticciolo e la spiaggia del lido dei Ciclopi con le isole di basalto nero che la leggenda racconta essere i macigni scagliati da Polifemo contro Ulisse.
Ad ACIREALE i motivi di interesse sono le monumentali architetture barocche del centro storico. Si può deviare verso CAPO MULINI per vedere il teatro-museo della compagnia Turi Grasso dell’Opera dei Pupi.

Sotto una parete di lave sovrapposte si aprono le belle marine di SANTA MARIA LA SCALA, SANTA TECLA, STAZZO e POZZALLO col coloratissimo porticciolo.

Risaliamo ancora a nord con agrumeti fino a mare e due riserve naturali che si legano al nome dei fiumi come il pacifico Fiumefreddo, che arriva fino ad un’ampia spiaggia, e l’ALCANTARA che più a monte dà vita a scenografiche gole nel basalto nero e dove vale la pena di avventurarsi camminando (muniti di salopette impermeabile) nell’acqua gelida.
Un suggerimento? Da n o n p e r d e r e!!
Ancora direzione nord su una costa che ora si chiama GIARDINI NAXOS, lunghi lidi attrezzati e turismo a pieno regime, poi la litoranea con vista sulle belle scogliere e spiagge tonde. Non fosse per il traffico, sarebbe una goduria.

Lasciamo la moto a MAZZARO’ e con la funivia saliamo a TAORMINA storica meta di nobili e ricchi villeggianti musa dei pittori paesaggisti dal ‘700, poi mitico crocevia del jet-set.
Bastano i nomi di Ava Gardner, Sophia Loren, Liz Taylor e Richard Burton, Greta Garbo e Woody Allen a fare da cornice al grande teatro greco che incornicia le falde dell’Etna?

Si entra a CATANIA da porta Catania, fiancheggiando il palazzo dei duchi di S. Stefano, il Palazzo Municipale, S. Nicolò e poi su verso porta Messina fino a palazzo Corvaj, cortile con bifore e torretta merlata, e S. Caterina.

Se volete salire sull’Etna, fate attenzione alle strade fuori Catania. Un sottile pulviscolo traditore, vi attenderà ad ogni curva. Massima attenzione quindi.
Una volta ripreso il viaggio, dopo le scenografiche rovine di FORZA D’AGRO' a Capo S. Alessio, mancano poche decine di chilometri a MESSINA, tra diverse mete balneari, con l’unico difetto di non reggere il confronto con quanto abbiamo visto.

Poca guida scorrevole in definitiva ma tante soste all’insegna del barocco, delle spiagge, delle riserve naturali, dell’archeologia di Siracusa e del fascino di Taormina. Le emozioni laviche del vulcano e delle più immobili gole dell’Alcantara regalano sensazioni forti.
La lunghezza dell’itinerario è di circa 360-380 chilometri.
Non esiste il periodo migliore per andare in Sicilia, certo è che la primavera e l’autunno sono il massimo.
Mettete in calendario almeno 10 giorni di vacanza unica.


NOTE:

Granita: appartenente alla categoria dei gelati, ma di consistenza più granulosa e simile al sorbetto, l’ottima granita siciliana accompagna per tradizione la “brioche” mattutina. Si prepara facendo gelare succhi di frutta o altri liquidi aromatizzati, versati in un contenitore di metallo, dove vengono mescolati più volte per ottenere una grana fine ed omogenea. I gusti più tradizionali sono il caffè e il limone.

Moscato di Noto: da sempre in competizione con il Moscato di Siracusa, è un vino il cui colore va dal giallo al paglierino tenue al giallo dorato e intenso. Ha un profumo fragrante e sapore amabile e dolce su vena aromatica. Le origini risalgono al 200 a.C.

Ragusano: è un tipico formaggio della zona di Ragusa prodotto sull’Altipiano Ibleo, dove le mandrie si alimentano al pascolo. Appartiene alla famiglia del caciocavallo, con una pasta filata dura ottenuta da latte vaccino intero, viene lasciato stagionare dai 4 ai 12 mesi in ambienti freschi ed aereati ed ha un sapore delicato. Dopo 6 mesi si tinge di giallognolo ed il suo sapore acquisisce un gusto più forte e saporito.

Cassata: è il più famoso dolce della Sicilia: La sua ricetta, introdotta dagli Arabi, è stata rielaborata in seguito alla “riconquista” normanna nelle cucine dei conventi, che per secoli sono stati i migliori produttori di dolci sull’isola. Si tratta di pan di Spagna ricoperto di ricotta impastata con zucchero, cioccolato, frutta candita e liquore Maraschino. Il tutto viene cosparso di zucchero e riccamente decorato con fantasiose creazioni di frutta candita.

Cannoli: altro famoso dolce della Sicilia. Si tratta di sottili involucri di croccante pasta aromatizzata con vino Marsala secco e farcita con gli stessi elementi base della cassata: miele e mandorle, mescolati alla dolcissima ricotta a cui si aggiungono pistacchi di Bronte spezzettati o frutta candita. Una dritta: l'interno del cannolo NON DEVE MAI essere spalmato di cioccolato (è sinonimo di cannolo non fresco ma conservato!)

Pecorino siciliano: formaggio dal tipico sapore piccante e intenso, prodotto in tutta l’isola, che varia le sue caratteristiche a seconda delle zone di produzione. Tantissimi sono i nomi dialettali che lo indicano: canistratu, marzolinu, tuma, primusali, caciu e pipatu. E’ fatto con latte di pecora intero e presenta una crosta bianca-giallognola con i segni del canestro in cui viene pressato durante la lavorazione.

:shine :shine :shine

LAMPS!!!

Penna Bianca


  
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 Oggetto del messaggio: Re: La Sicilia orientale
MessaggioInviato: ven 12 ott 2012, 19:42 
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Messaggi: 283
Località: Palermo
Penna Bianca ha scritto:
Cannoli: altro famoso dolce della Sicilia. Si tratta di sottili involucri di croccante pasta aromatizzata con vino Marsala secco e farcita con gli stessi elementi base della cassata: miele e mandorle, mescolati alla dolcissima ricotta a cui si aggiungono pistacchi di Bronte spezzettati o frutta candita. Una dritta: l'interno del cannolo NON DEVE MAI essere spalmato di cioccolato (è sinonimo di cannolo non fresco ma conservato!)



non ci siamo.....
Il cannolo è originario del Palermitano nello specifico di Piana degli Albanesi
non si aggiungono ne pistacchi ne mandorle, e uno spicchio di buccia d'arancia candita è messa a guarnizione.
La ricotta, rigorosamente di pecora è impastata solo con lo zucchero, e (ma senza esagerare) con qualche goccia di cioccolato assolutamente e concordo non deve essere spalmato di cioccolato.

Immagine

ma come mai non sei andato a Cavagrande del Cassibile?
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Piero

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 Oggetto del messaggio: Re: La Sicilia orientale
MessaggioInviato: sab 13 ott 2012, 23:51 
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Località: Catania
complimenti x la conoscenza che hai sulla sicilia ed i suoi posti; unico appunto sulla granita: la lavorazione della granita è abbastanza complessa e non mi addentro x mia ignoranza sui particolari; i gusti oggi più richiesti e tradizionali sono quelli di mandorla e pistacchio; tradizionale è pure quella di limone mentre il caffè pur molto richiesto è un ricetta + dei giorni nostri. ciao

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 Oggetto del messaggio: Re: La Sicilia orientale
MessaggioInviato: dom 14 ott 2012, 13:41 
per "prock" e "bobct68"

UHE' RAGAZZI (?)

non intendo ASSOLUTAMENTE mettere in dubbio la vostra "sicilianità", e non ci tengo a "sciarriatine". Ci mancherebbe altro ma mi preme rettificare un paio di cose e aggiungerne un paio.....allora

CANNOLI: non sono nella maniera più assoluta originari di Piana degli Albanesi In questa cittadina l'unica caratteristica è di farli moooolto grossi). Il cannolo siciliano ha origine...svizzera. Eh si fuorno i maestri pasticceri svizzeri a "crearne" il ripieno, avvolto dal cannolo vero e proprio che è di origine araba, quando scesero a frotte in Sicilia, richiesti dalle famiglie di nobili e notabili, per i quali averne anche solo uno al loro servizio era motivo di vanto. Non mancano in diverse città le famosissime pasticcerie svizzero-siciliane.

GRANITA: non so se i gusti e gli orientamenti in materia siano cambiati. So soltanto che una volta arrivato a Catania, dalla arcistranota pasticceria "Caflish" in corso Vittorio Emanuele (non so se esista ancora), prendevo il mio primo contatto siciliano con "brioscina" e granita di caffè con panna. L'alternativa era la granita di limone ma sai com'è di prima mattina il caffè è migliore e non so se ora facciano la granita di sedano, pomodoro, melanzana.....

Voglio anche aggiungere, e in questo mi potete essere maestri, che spesso ricette, nomi, ingredienti e gusti cambiano da zona a zona.
Per dirne una: se a Palermo chiedete un "arancino" vi sputeranno "int' a fazza" (si fa per dire) perchè a Palermo si chiede l'"arancinA".
La stessa cosa non succede a Catania o Siracusa ove potete chiedere tranquillamente un "arancino".

Se siete a Modica, non chiedete i "cuticchi" (dolci di cioccolata a forma di cubetto che vogliono riprodurre i vecchi lastricati della città): vi guarderanno come marziani. La dicitura corretta è i "cuticci" e sapete perchè? Perchè i modicani D.O.C. NON pronunciano l' "h".

State pensando quello che voglio dire? Ebbene si....dicono "mincia" e NON "minchia"...

:77

Ripeto, non so quando ma attenti a voi due, CI VEDREMOOOOO...

Lamps!!!

Penna Bianca


  
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 Oggetto del messaggio: Re: La Sicilia orientale
MessaggioInviato: dom 14 ott 2012, 15:40 
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Messaggi: 283
Località: Palermo
ho detto originario, ma in effetti dovevo dire "tipico".... :smoker

per il resto chi ti ha raccontato la barzelletta degli svizzeri??? :77

Caflisch (per inciso pessima pasticceria svizzera che ho avuto per 25 anni sotto casa) aveva ben altre cose che chiamavano specialità e che di certo non attiravano i locali ma solo gli sprovveduti turisti. Oggi i due bar che a Palermo portavano quel nome sono entrambi falliti...

Il cannolo ha origini nissene, nasce a imitazione di un dolce arabo e in qualche modo era già citato da Cicerone

"Marco Tullio Cicerone, prima di diventare console romano fu questore in Sicilia dove, narrano le cronache, conobbe ed apprezzò il: "Tubus farinarius, dulcissimo, edulio ex lacte factus", ovverosia il "cannolo farinaceo fatto di latte per un dolcissimo cibo". Non era ancora il cannolo come lo conosciamo noi, ma ci si avvicinava parecchio.".....

A piana per finire non sono solo grossi.....

abbi il coraggio di tornare
annunciandoti però
che ti farò impallidire davanti alla nostra cucina...... :linguaccia

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Piero

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 Oggetto del messaggio: Re: La Sicilia orientale
MessaggioInviato: lun 15 ott 2012, 13:48 
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Messaggi: 89
Località: Campolongo Maggiore (VE)
Complimenti Penna Bianca,
grazie per avermi aperto una piacevolissima parentesi di casa in una routinaria giornata di lavoro "padano".
Si vede che hai un bel rapporto con la Sicilia e ne hai saputo apprezzare le peculiarità.
Purtroppo il destino a cui molti siciliani, e meridionali in genere, siamo condannati è di vivere distanti dalla nostra terra
in una costante tensione (leggasi desiderio di ritorno) verso i nostri luoghi d'origine e le loro splendide unicità!

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L'ottimista è un uomo che, senza una lira in tasca, ordina delle ostriche nella speranza di poterle pagare con la perla trovata.
Ugo Tognazzi.


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 Oggetto del messaggio: Re: La Sicilia orientale
MessaggioInviato: lun 15 ott 2012, 14:40 
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Messaggi: 3790
Località: Lago di Cavedine (Garda Trentino)
:italia ...Concordo con prock sulla ricetta cannoli! :byee

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Non intraprendere un viaggio, se dentro di te hai solo confini
.......
vara 02/05/07 Stelvio 2010:012... supertenerè White, ora, ST The Gray Storm


"Io mi perdo" - " Ciao Tonino" Grande Uomo, grande Cuore"


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 Oggetto del messaggio: Re: La Sicilia orientale
MessaggioInviato: lun 15 ott 2012, 20:54 
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Messaggi: 398
Località: Catania
La granita ha origini antiche ma senza andare a scomodare wikipedia o altro ti posso dire che quando mia nonna la faceva (già questo ti fa capire quanto tempo sia passato) i gusti tipici erano limone o mandorla e non si accompagnava con la briosce ma con la mafaldina appena sfornata (pane). Poi negli anni le varianti sono diventate tante e più "ricche": pistacchio, frutti di bosco, ciccolato etc ed inoltre si ci "raffinava" accompagnandola con la briosche....ma la granita al limone con la mafaldina calda neanche con mastercard! ciao

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 Oggetto del messaggio: Re: La Sicilia orientale
MessaggioInviato: mar 16 ott 2012, 11:30 
Con la premessa che il dialogo avviene in termini "forumistici", intendendo che, purtroppo le parole non sono accompagnate dalla mimica, gestualità e sguardi caratteristici di un dialogo diretto.

Dico ciò, perchè ho avuto sentore che esista da parte di "prock" in particolare, un atteggiamento di superiorità, di acrimonia (non intendo presunzione), quasi fosse il depositario del "verbo".
Ritengo che ciò non si addica ad una comunità ove ognuno, sì, espone la propria visione senza però arrogarsi il "diritto" di imporla ad altri, proprio in funzione delle (notevoli) esperienze dell'interlocutore il quale conosce la Sicilia non come semplice turista, ma come chi ha un vissuto (senza presunzione) ragguardevole ed intimo con il tessuto della regione, non già tramite wikipedia....

Questione di età?
Probabile datosi che il mio interlocutore sembra non conoscere (ad esempio) chi fosse Danilo Dolci.... .
E dire che è stato il più accanito sostenitore del separatismo siciliano. Per inciso, se oggi la Sicilia volesse separarsi dal continente, lo potrebbe tranquillamente fare datosi che le leggi in proposito SONO TUTT'ORA VIGENTI. Ne manca la volontà di farlo perchè se solo lo facesse farebbe cadere in una voragine l'Italia intera. (il mio interlocutore si legga, ad esempio, Pino Aprile).

Ed ancora: può essere che sia questione di età datosi che ho accumulato 72 anni di vita tesi a comprendere intimamente la mia, la nostra, la vostra terra. L'Italia insomma.
Ho avuto il privilegio (si, cinquantacinque anni fa viaggiare era un vero privilegio) di viaggiare, viaggiare e viaggiare ancora. Oggi come allora viaggio: oggi con la mia Norge (72 anni, età in cui molti miei coetanei si rinchiudono in un ospizio o in qualche circolo a giocare a bocce o a scopone), ieri con un Dingo GUZZI 50 cc. GT e non vicino casa.

Questione di presunzione da parte mia?
Può essere. Ma sentirmi dire che la pasticceria "Caflish" a PALERMO e non già a CATANIA come ho scritto, sia stata roba per turisti, orbene, voglio ricordare al mio interlocutore che detta pasticceria (a CATANIA) è stata per anni l'unica pasticceria esclusiva della Sicilia per la Presidenza della Repubblica. Turisti anche loro? Bah...

Per quanto poi riguarda la questione "cannoli", torno a ripetere che gli albanesi (di Piana in particolare) MAI hanno avuto a che fare con tale dolce.
E sempre a proposito della questione dei pasticceri svizzeri scesi in Sicilia, non si tratta di una barzelletta raccontatami, bensì di storia (soprattutto) e letteratura. E meno male che il mio interlocutore è siciliano....è tutto dire...
Avevo anche scritto che usi, costumi, ricette e sapori cambiano da località in località (vedi "arancina"-"arancino", "cuticci"-cuticchi"). Sfuggito alla lettura....?

Mi chiedo come mai in una terra che ha dato i Tomasi di Lampedusa, i Verga, i Pirandello, gli Sciascia, i Brancati e chi più ne ha più ne metta (e sono molti ancora), non ultimo i Camilleri, ci sia una sorta di ritrosia a conoscere le proprie radici, variegate si ma pur sempre radici.

Questo è quanto avevo da aggiungere.

A questo punto non so se e quando tornerò in Sicilia, il mio interlocutore sarà disponibile ad un incontro.
Se tutta la sua conoscenza della sua terra si limita a posti ove mangiare, orbene potremo scambiare i miei 82 (ottantadue) indirizzi con i suoi.

Leggerò volentieri una sua ulteriore replica se lo vorrà, ma non risponderò.
Chi ha più buon senso (e cultura storica e conoscenza) lo usi.

"Un giorno questa terra sarà bellissima" ebbe a dire Paolo Borsellino....

....baciamo le mani.....m'inchino.... :mattoni

Cordialmente.

Lamps!!!

Penna Bianca


  
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