10/11° Tappa: Vilnius – Radzyn Plodaski KM 560 - Radzyn Plodaski – Cracovia KM 303 La visita al castello di Trakai mitiga in parte la delusione per Vilnius, città insipida, fredda, poco interessante e ……….vendicativa. Che tra noi e la città non sia scattata la molla dell’amore è stato chiaro quando – complice la nota indiosincrasia al navigatore – nel tentativo di uscire dalla città e raggiungere la vecchia capitale Lituana di Trakai, ci siamo trovati; una volta dopo 20 km dinuovo al punto di partenza, e l’altra perduti in una stradina di campagna in posto, si molto molto carino ma conunque persi. La parte di Trakai più interessante è senza dubbio l’antica reggia posta su un isolotto raggiungile tramite un ponte. Ma anche la cittadina ha il suo perché con tutte le sue casette in legno color pastello. Tipo mulo quando si impunta, Letizia dopo averne vista una molto carina tutta verde si blocca in ammirazione. Per fortuna i 3.000 km che la dividono dai figli sconsigliano qualsiasi approccio alle agenzie immobiliari del posto per cui dopo un po’ risale in moto cantando di quella casetta piccolina in …. Trakai ! Il viaggio prosegue sereno e tranquillo fino alla frontiera con la Polonia. In Lituania dalla Polonia ci sono due accessi. Uno da Suwalki, l'altro da Augustow. Tanto terribile il primo scelto all’andata per la tensione creata dal grande traffico di Tir, quanto sereno il secondo da sembrare uno spot della comomilla Bonomelli dai sonni belli. Augustow è una bella e viva città turistica tutta sull’acqua giunta troppo presto per una sosta lunga ma di sicuro meritevole di attenzione. Sara’ per la prossima volta. La Polonia in quella zona è bellissima. C’è turismo e si vede, nei boschi verdissimi è tanta la gente che si avventura sui sentieri, nei corsi d’acqua si fa il bagno e si va in canoa, i numerosi cottage a bordo strada offrono ristoro, fresco e relax. Davvero un bell’andare in moto anche per le strade ombrate e in perfetto ordine. L’intenzione è quella di avvicinarsi più possibile a Cracovia ma la Polonia è lunga, noi siamo al nord mentre Cracovia è al sud da oltre 3.000 anni e visto che non ci sono possibilità che si sposti lei e ci venga incontro realizziamo che non ce la faremo ad arrivarci in serata pertanto non c’è altra soluzione che quella di una sosta intermedia. Dopo un lungo, approfondito e scentifico studio la scelta per la notte cade a rigorosamente a caso sulla celeberrima città di Radzyn Plodaski, ovvero il nulla in aperta campagna. C’è però un hotel decente a solo 20 euro, lo prendiamo anche perché è l’unico come unico in città è il locale aperto per la cena che però non prende carte di credito. Senza moneta polacca in tasca eravamo ormai pronti a rassegnarci a due soluzioni, o rovistare nei cassonetti in cerca di cibo, o una serata di digiuno e astinenza (per me in verità di solo digiuno visto che all’astinenza ormai sono rassegnato da un bel pezzo) La mattina, dopo aver cercato di disperdere l’imbevibile caffè polacco della colazione nei vari vasi dell’hotel, ripartiamo. Era previsto che andando verso Cracovia il paesaggio dovesse cambiare e il traffico aumentare a dismisura ma che quelle poche centinaia di km diventassero una specie di via crucis a piedi scalzi su un campo di ortiche non potevamo immaginarlo. La temperatura costatemente oltre i 35 gradi, traffico pazzesco e, visto che l’amaro è sempre in coda, lavori per km finalizzati alla costruzione dell’autostrada. A 50 km da Cracovia, non resistiamo più e giriamo per campagne. Sotto la capace guida di Letizia intenta a leggere sul suo smartphone le strade su google map, alla fine raggiungiamo i dintorni di Cracovia. Vero, le stradine erano alberate e poco trafficate ma i 50 km nel frattempo erano diventati 120 comunque in tempo per la visita alle Miniere del sale. Il sito si trova ad est di Cracovia (da lì, un’unica strada ci porterà in una decina di km al centro). Il caldo è bestiale, per fortuna sono già le 14,00 e la visita per gli italiani è prevista alle 15.00. Fanno quasi girare la testa i 650 gradini che portano all’ingresso della miniera, in funzione fino a una ventina di anni fa. Nell’antichità il sale era sinonimo di ricchezza ma da queste parti lo è tuttora, visto il grandissimo numero di visitatori. La miniera è molto bella, ogni cosa è fatta con il sale, statue, pavimenti, quadri perfino una chiesa. Tutto sottoterra e tutto fatto con il sale. Ho sentito qualcuno non apprezzare perchè in fondo il sito è ricostruito per farne un’attrazione per i turisti. Vero, ma aggiungo io, perché noi cosa siamo? La visita dura 3 ore. Contenti per la scelta riprendiamo la moto e in 15 minuti siamo al centro di Cracovia. Prendiamo un hotel al quartiere ebraico e dopo una rapida doccia siamo già in giro. Cracovia, splendida, elegante, affascinante città, piena di vita e di gente di ogni età. Camminare per le vie del centro e stupirsi ad ogni palazzo, chiesa, monunento, fino ad arrivare all’incredibile piazza centrale. Dall’alto la fortezza sembra vigilare come un anziano genitore il tranquillo scorrere della vita in basso. Siamo al top dell’intero viaggio, il punto più bello. La sera la città si illumina discretamente rendendo l’atmosfera magica, piccoli concerti di musica classica rasserenano anche l’ animo più esagitato e la notte che si fa fonda lascia spazio ai più giovani che con il loro gaio entusiasmo la trasformano in un luogo di ordinata e sana movida. Io e letizia concordiamo che, Cracovia è una delle città più belle mai visitate in quasi 40 anni di viaggi in ogni parte del mondo. E’ deciso domani si resta qui, questa città è magica, promette tanto e mantiene ancora di più.
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