buon divertimento!!

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In diretta dal nostro corrispondente a Sauze di Cesana:

Quest'anno lo squadrone Guzzi, nonostante l'imponente schieramento di uomini (due) e mezzi (due), si è dovuto arrendere a causa di problemi elettrici a soli 17 km dal punto di arrivo della competizione.
I fatti: quando il team italo-svizzero era in prossimità del traguardo, la moto del team-leader (frenostanco de romay) si ammutoliva improvvisamente mentre era in piena bagarre con una ktm lc8 ed una mountain bike a propulsione elettrica sul tormentato percorso dell'assietta.

....t' hanno staccato la spina?!?

Forti dei 35 minuti di vantaggio sul previsto orario d'arrivo (ore 16:00) prontamente interveniva il gregario svizzero Daniel de Basilé che compariva avvolto in una nuvola di polvere. Dopo un rapido consulto ed un rappezzo elettrico, il team ripartiva prontamente. Ma dopo soli 3 km il possente bicilindrico moriva nuovamente.

Nell'occasione, con vivo e sprezzante senso del pericolo, il pilota svizzero si rifiutava di completare la corsa in solitaria e conquistare così l'agognato attestato di arrivo, abbandonando il compagno all'incipiente oscurità che aleggiava già fra i picchi alpini.

Vabbè si sarà innamorato di te.
Sai che scoop nel 2018.......
Due cuori e un bicilindrico

Auguri.

Dopo più di due ore, ed innummerevoli fusibili saltati, i nostri riuscivano ad individuare il guasto. La moto del team-leader riprendeva così vita e si avviava, priva di targa e dell' intero gruppo ottico posteriore verso il Sestriere.

Lo scoramento è stato in parte mitigato dalla calorosa accoglienza dei pochi addetti alla HAT rimasti nonostante l'ora tarda: grandi pacche sulle spalle e molti complimenti per aver risolto un inconveniente elettrico così grosso con pinze, cacciavite ed una manciata di fusibili. Altre moto sarebbero rimaste lassù sull'Assietta.

Le malelingue si chiedono come farà una moto priva di luci posteriori a rientrare in Germania...

Altri aggiornamenti flash sono previsti per domani. Per ora è tutto, una buonanotte dal vostro inviato.

P.S.
in riconoscimento dell'impresa, un invio per posta degli attestati di partecipazione è stato promesso a voce. Vedrem!

Non dovevi accendere i faretti. Lo sanno tutti che mandano in corto l impianto. Oppure sono tutti gli sfruqugli per periscope.
Per il prox anno presentati con una moto vera....
Pare che l AT vada benissimo, almeno così millanta il capo.



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Risolto?

...col treno ? ...a parte gli scherzi, comunque tutto risolto, no ?

Freno dove sei?

Immagino che si collegherà stasera, ...sperem...

gli sarà saltato il fusibile principale

Leggo solo ora le disavventure... Risolte con spirito impavido.
Freno ci sei?
Se hai bisogno fai un fischio... Non sono dietro l'angolo ma nemmeno dall'altra parte del mondo.
P. S.
Maledetta europa... Se non esistesse ci penserebbe Salvini a riportarti a casa...

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azz! chissà che giramento di rullini!

Per valgrana: che io sappia la mia stelvio non ha i faretti.
La AT la lascio volentieri a chi ne abbisogna per la guida in off, io non ne abbisogno.

Magari anche su strada...ho fatto 1500 km in tre giorni senza un metro si off...

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Dopo una totale verifica del gruppo ottico posteriore nella sala da pranzo dell'hotel, la direzione tecnica del team decideva per un test di prova dopo il rimontaggio del gruppo medesimo. Tuttavia, la moto del team leader si ammutoliva nuovamente a soli 30 km dal centro di prova guzzi, temporaneamente installatosi nell'hotel di cui sopra all'insaputa dei proprietari.

In pochi minuti ( secondo il tempo della terza luna di Giove), il team perveniva alla probabile causa di morte apparente dell'intero apparato elettrico della possente bicilindrica: il connettore tripolare delle luci led di posizione e freno (almeno secondo le indicazioni di uno dei santi scesi per l'occasione).

Prontamente venivano quindi riattivate le soli luci delle frecce e della targa, e immediatamente il possente ruggito dei pistoni mandelliani squarciava la valle alpina che tanti raduni degli alpini vide.
Gli alberi torsero i loro fusti di fronte all'imperiosa voce così risvegliata, ed anche i venti cambiarono la loro direzione!

Di fronte ad una pizza a Bardonecchia scaturiva quindi l'idea definitiva della direzione corsa di matrice svizzera: "Bisogna fare un test serio, perchè non ci inerpichiamo sulla strada sterrata più alta dEuropa per vedere se rimani a piedi?"
Inutile dire che la direzione tecnica italo/germanica immediatamente approvava la geniale proposta: "mi sembra un'ottima idea".

Cosi sbuffando e ruggendo, ruggendo e sbuffando, gli infaticabili stereocilindrici percorrevano in salita le pietraie che conducevano alla vetta, mentre tutti ne discendevano a causa del pomeriggio ormai inoltrato.
Innummerevoli furono i sassi spaccati o sparati lateralmente dall'incipiente e possente ferro mandelliano, su un percorso più adatto alle capre che alle opere motorizzate dell'igegno comasco.