
... In mattinata arriviamo a Oswiecim. Tristemente conosciuto come Auschwitz.
Questa parte del racconto, cercherò di farla in punta di piedi.
...La cosa che mi sorprende, è che il campo si trova praticamente in "centro". Probabilmente 70 anni fa non era così, ma sicuramente non così isolato.
Percorriamo la strada che ci porta verso l'entrata. Il "complesso" è molto grande, ci accolgono degli stuart indicandoci dove parcheggiare.
Ci sono già parecchie automobili, autobus e moto ovviamente. Si paga il parcheggio, ma questo impatto ci disturba un pochino. Ha il sapore di "un parco attrazioni"
Ci dirigiamo verso l'entrata, e con nostro stupore c'è un minuzioso controllo stile aeroporto. Gli addetti non sono molto gentili. E ci fanno segno senza parlare.
Passiamo alle casse per pagare il biglietto d'entrata. Qui è tutto super organizzato. Ci dicono che dobbiamo agregarci ad un gruppo, causa le visite libere ed individuali sono solo il pomeriggio. Ci aggregano ad un gruppo tedesco...vabbè cercherò di tradurre.
Poco prima del nostro turno, vediamo un gruppo di Italiani con il nostro stesso colore di pass. E qui sfruttiamo il nostro Italico dna... e tentiamo di aggregarci. Funziona. E così iniziamo la visita con la guida parlante Italiano.
Che dire è un luogo che lascia senza parole.
però quello che ci impressiona è che tutto il contesto è in perfette condizioni. Quasi da sembrare un set del cinema (vi invito comprendere il mio pensiero e cosa intendo).
Infatti, siamo abituati a vedere troppe ricostruzioni dell'avvenuto, al cinema, in video ecc. E tutto questo destabilizza.
Oltrepassiamo il cancello con la tragica e conosciuta scritta d'entrata... Tutte le case sono in mattoncini, l'atmosfera è assai pesante oltre a questo il cielo è plumbeo e ne rende la visita ancora più drammatica.
"visitiamo" gli interni, dove sono esposte le varie tragiche documentazioni, e tantissimi oggetti.
Ho fotografato un po' tutto, ma per il rispetto delle persone che hanno perso la vita qui, posterò solo quelle esterne.
Il tragitto è ben documentato, la guida è molto preparata e racconta la storia è gli aneddoti con tono rispettoso e molto basso. Riusciamo a sentire molto bene, perché all'entrata hanno distribuito degli auricolari collegati via radio con il microfono della guida.
Ovviamente evito di parlare nei dettagli, soprattutto delle docce e quello che veniva dopo. Lascia senza fiato.
Vorrei terminare questo passaggio con una considerazione:
Questo luogo è la testimonianza di cosa l'umanità riesce a fare contro se stessa.
E la storia si continua a ripetere, Parole terribili come pulizia entica, e tutte quelle azioni orribili che comunque sono state perpetuate anche dopo il conflitto mondiale.
...Insomma: L'uomo non impara mai.
Volutamente questo piccolo pezzo di report. Lo lascio di colore nero.
... e come spesso sentiamo dire; per non dimenticare.
Continua...