Palermo – Piana degli Albanesi – Corleone – Prizzi – Agrigento – Ribera – Sciacca – Menfi – Castelvetrano – Partanna – Salemi – Calatafimi – Alcamo – Partitico – Monreale – Palermo Qualcuno va in Sicilia? Nella Parte occidentale? Volete assaporare atmosfere che vi portano immediatamente a quanto di più concreto ha espresso ed esprime la Sicilia? Io qualche suggerimento ve lo posso dare…
Sono 408 km. di percorso molto variegato, che in alcuni punti costeggia il mare, in altri attraversa il centro della Sicilia. Le località interessate dall’itinerario, soprattutto d’estate, sotto il sole cocente, assumono un aspetto unico: il luminoso ambiente mediterraneo e l’inconfondibile atmosfera dell’isola, garantiscono sensazioni di viaggio non comuni. Il percorso è abbastanza impegnativo, ricco di curve, molto divertente per noi motociclisti, però richiede una certa attenzione anche perché in alcuni tratti la manutenzione del fondo stradale non è delle migliori.
Con il contachilometri azzerato, si esce da Palermo a sud-ovest sulla strada che, con belle vedute, sale ad Altofonte e a Piana degli Albanesi (725m)compiendo un semicerchio attorno alle sponde orientali del lago di Piana degli Albanesi, superando la Portella S.Agata (856m – 32 km) e scende al bivio Lupotto, dove ci si immette sulla SS 118 in direzione di Corleone (59 km). Dopo Corleone, si prosegue , in un suggestivo paesaggio e in continuo saliscendi, sulla stessa statale la quale, superata la Portella Imbraca (718m – 77 km), passa accanto al lago di Prizzi (sulla destra) e a Prizzi, valica la Portella Mola (902m – 91 km) e, lasciato sulla destra il lago Pian del Leone, scende a Santo Stefano Quisquina e a Bivona; da qui risale ad Alessandria della Rocca (118 km) e, con percorso vario, raggiunge Raffadali (158 km), per poi calare in maniera tortuosa su Agrigento (174 km).
Dopo la visita della città e della vicina Valle dei Templi (179 km), custode delle testimonianze archeologiche di Akragàs, definita nell’antichità ‘la più bella città dei mortali’, con i suoi splendidi templi greci risalenti al VI e V secolo avanti Cristo, si riparte sulla SS 115, che fa il periplo della costa occidentale della Sicilia, affacciandosi a tratti di mare e allontanandosene in altri.
Dopo Porto Empedocle la SS 115 si snoda a curve tra Siculiana e Montallegro. Lasciato sulla sinistra il raccordo per Eracle Minoa, si abbandona la SS 115 per salire a Ribera (230m – 227 km) dopo aver superato il fiume Platani. Una panoramica e ripida discesa porta nuovamente sulla SS 115 e raggiunge Sciacca (249 km). Superata la città, la 115 raggiunge all’interno Menfi (270 km) e, con belle vedute, valica il Belice e lascia a sinistra la strada per Selinunte, raggiunge Castelvetrano (190m) dove si devia sulla destra sulla bella strada turistica che, via della Chiesa dello Staglio e Partanna (398m) sale a Santa Ninfa, dove si prende a sinistra per Salemi (326 km).
A Salemi si imbocca la SS 188 dir./a che, più a nord si innesta nella 113; questa passa accanto a Calatafimi (339 km), lascia sulla sinistra le rovine di Segesta e, con belle vedute, si perviene ad Alcamo prima 356 km) e Partinico poi (376 km). Qui si prende la SS 186 che lascia sulla destra la strada panoramica per il Santuario del Romitello (718 m) passa per Pioppo e, via Monreale (400 km), riconduce a Palermo (408 km)
Da vedere a Palermo, almeno la cattedrale realizzata in diversi stili, la chiesa di S. Giovanni degli Eremiti (normanna del XII secolo), della Martorana (XII sec.), la Zisa (di tipo arabo) e la Cuba; una curiosità da non perdere assolutamente il Convento dei Cappuccini (per chi non è impressionabile); l’Orto Botanico ed il Parco della Favorita. Piana degli Albanesi è la più importante comunità albanese in Sicilia. Si parla l’albanese e, nella chiesa di S. Demetrio si celebra la Messa con rito greco. A Corleone godetevi la Torre dei Saraceni ed il minareto. Di interessante da vedere a Prizzi, anche senza fermarvi, il bacino artificiale capace di 9 milioni di metri cubi d’acqua. Agrigento, merita una sosta per le rovine dell’antica Akragàs e specialmente i templi: di Giove Olimpico (V sec.a.C.), di Ercole (VIII sec. a. C.), di Giunone Lacinia (V sec. a.C.), di Castore e Polluce, della Concordia. Non mancate il Museo all’interno della vicinissima chiesa di S. Nicola. A Porto Empedocle vale la pena visitare la casa natale, ora museo, di Luigi Pirandelle e, se sarete fortunati, potreste anche incontrare al bar della Piazza, Andrea Camilleri (io l’ho incontrato!). Montallegro, offre un’escursione alle rovine dell’antica Eraclea Minoa. La curiosità di Sciacca, è costituita da una visita alle stufe di San Calogero, mentre a Castelvetrano può risultare interessante vedere la chiesa della Trinità di Delia (vicino ad una diga in terra, dove io ho lavorato negli anni ’70); la chiesa, del XII sec., è in stile musulmano-bizantino). Un’escursione la merita anche Selinunte (resti di tre templi, dell’acropoi, del santuario di Demetra Malophoros e di altri edifici che fiorì nel V sec. a.C.). Nelle vicinanze di Alcamo (il paese natale di Cielo o Ciullo d’Alcamo), vale la pena di salire al Monte Bonifato (825 m) dove sorge un castello arabo del IX secolo. Sulla strada del rientro, fermatevi a Monreale per la posizione a balcone sulla Conca d’Oro, per il famoso duomo – uno dei monumenti più insigni della Sicilia – il chiostro dell’antica abbazia benedettina e i dipinti all’interno della Collegiata.
Parlare della Sicilia, di quanto si può visitare è impresa impossibile. Ognuno al ritorno da un simile viaggio riporta dentro di se sensazioni personalissime ma che guarda caso, si condividono con la quasi totalità dei turisti.
Si dice che esista il “mal d’Africa”….
Bene, per me esiste anche il “mal di Sicilia”….. Credetemi!!
Lamps!!!
Penna Bianca
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