giumbolorossonero ha scritto:
Io sull'uso di termini stranieri quando in Italiano esiste perfettamente il termine adatto dico la mia ...........
Non posso che
.... alla fine della fiera, vengo dal liceo classico (anche se greco e latino erano le due materie in cui arrancavo di più). Però sul dilagare dell'inglese, o di lingue straniere in genere, ci sono anche fatti storici inevitabili alle spalle.
I greci prima hanno colonizzato, in parte fisicamente ed in parte culturalmente, tutto il mediterraneo orientale ed il nord africa. Poi i romani hanno completato l'unificazione del bacino del mediterraneo sotto il loro dominio, diffondendo il latino. Ma i romani "importanti" dovevano anche continuare a studiare il greco, che comunque era rimasta lingua franca in tutto il medio oriente ed in Egitto. A seguire, alla caduta dell'impero romano, la Chiesa di Roma ha mantenuto il latino vivo, ed ha continuato ad essere a lungo la lingua dei dotti.
Venendo a tempi più recenti, se vi è capitato di leggere Guerra e Pace, saprete che alla corte dello Zar ai primi dell'800, faceva figo parlare francese, perché quella era l'egemonia culturale dell'epoca, in Europa.
Poi la guerra dell'espansione coloniale e commerciale l'hanno però vinta gli inglesi. Ed anche dove hanno perso, negli Stati Uniti, la loro lingua si era ormai imposta. Nel mondo moderno che conosciamo noi, domina l'inglese perché dominano gli Stati Uniti; ne più ne meno di quel che facevano i romani in mediterraneo 2000 anni fa.
La mia paura è che i prossimi inquinamenti di lingua straniera, saranno cinesi!
Quoto quasi tutto, ho solo due note da aggiungere, ad integrazione e beneficio comune.
I Romani studiavano il Greco classico, ma quello difuso e parlato in tutto il mediterraneo era quello di Alessandria, che corrispondeva per uso più o meno al nostro Inglese odierno.
Anche oggi le Missioni Diplomatiche preferiscono relazionarsi tra di loro in lingua Francese, tranne che nelle sedi dove è obbligatorio, perchè l'Inglese da adito a troppi fraintendimenti. Usano l'Inglese quando intenzionalmente vogliono essere ambigui.