Allegato:
Agostini Duilio.jpg [ 46.9 KiB | Osservato 1170 volte ]
Ricordo di Duilio Agostini, pilota Guzzi e
illustre cittadino di Mandello del Lario
1953. 1300 km d'un fiato, guidando a fari accesi nella notte, respirando la polvere della
strada e i vapori della benzina. La Guzzi corre veloce come una freccia scoccata da un'abile
guerriero scagliata con forza contro il sorgere del sole. Gli occhi fissi sulla strada, stanchi della
guida notturna ora devono difendersi dalla luce di un nuovo giorno che sorge e illumina l'aquila
dorata che campeggia fiera sul serbatoio del Dondolino. Dopo 12 ore, a 110 Km/h di media,
Duilio Agostini arriva primo assoluto e vince la Milano-Taranto. Un misto di stanchezza, orgoglio
e gioia devono in quel momento aver invaso l'animo del pilota. Lui che da ragazzino sognava le
motociclette e aveva fatto di tutto per entrare in Guzzi. Lo avevano messo a consegnare
motocarri Ercole, e li usava per allenarsi alla velocita', consegnandoli a tempo di record, tanto
che i dirigenti Guzzi lo avevano poi trasferito al reparto corse, prima come collaudatore, poi
come pilota.
Dai tempi dell'albergo “Il Giardinetto” che allora era della sua famiglia, nel quale pernottavano
piloti del calibro di Omobono Tenni, Stanley Woods, Primo Moretti, Terzo Bandini e Ugo Prini
e che, per un ragazzino dell'epoca, equivaleva a poter vedere da vicino i nostri campioni di oggi
come Valentino Rossi, Marquez e Lorenzo, e' chiaro che il passo verso le corse sarebbe stato
breve, ma non privo di sacrifici. E il Duilio si mise in luce guadagnandosi il rispetto del “Taj” in
Guzzi vincendo la sua prima gara ad Asola con una moto prestata per l'occasione dal Galbiati
di Sesto San Giovanni per gentile intercessione di due amici di Lecco. Per comprare la benzina
e la candela neccessaria alla gara il Duilio aveva fatto una colletta per trovare a fatica i soldi per
comprare il raro e prezioso carburante.
Quella vittoria gli apri' le porte alle corse, perche' la sera del dopogara ad una cena offerta da uno
sponsor, Duilio ha l'occasione di poter comprare una Guzzi da corsa con la quale fara' cinque
gare e otterra' cinque primi posti. Ma la strada non e' priva di pericoli e il succcesso non si raggiunge
solo con la determinazione e il coraggio. Molte sono le cadute, gli incidenti e le fratture. Ben 38
le ossa rotte e una gamba salvata dall'amputazione dal dottor Rizzoli di Bologna. Si ruppe pure
il naso nel '56 al TT dopo aver centrato un sidecar che trasportava i bidoni del latte. Alla fine
di un rettilineo di cinque chilometri a gas spalancato il Duilio se lo era trovato d'improvviso davanti
e lo aveva centrato in pieno volando letteralmente di faccia su un terrapieno. Gareggio' ugualmente
la faccia talmente gonfia e tumefatta da non poter indossare gli occhialoni. Dopo la vittoria alla
Milano-Taranto del 1953 Duilio sara' pilota ufficiale Guzzi e correra' al fianco di Kavanagh, Anderson
e Lorenzetti conquistando numerosi piazzamenti anche al Tourist Trophy. E prorpio al Tourist
Trophy il Duilio incontra e s'innamora di una giovane australiana che sara' la compagna della
sua vita. Nel 1957 Duilio Agostini si ritira dalle corse e si sposa. Apre la sua concessionaria Guzzi
a Mandello del Lario che diventera' internazionale e conosciuta in tutti e cinque i continenti. Sara'
lui che per primo capira' l'importanza di collegare Mandello, la Guzzi e i guzzisti di tutto il mondo
organizzando i primi raduni. Lui sara' il fondatore del club intitolato a Carlo Guzzi che si prendera'
cura del museo della factory lariana. I grandi uomini non scompaiono mai. L'aquila della Guzzi
ha mille grandi cuori che con la passione, l'amore e il sudore hanno reso grande questo marchio
nella storia. Duilio Agostini era uno di questi cuori. Ha dedicato la sua vita alla Guzzi, alle corse,
alle sue moto ha respirato benzina e passione Guzzi per tutta la sua vita sia nei momenti felici
dell'azienda che in quelli difficili. Duilio e' stato un grandissimo pilota mosso dall'amore per le
motociclette e per le gare che come un fuoco sacro gli ardeva dentro l'anima irrequieta e non
e' stato facile per lui arrivare a diventare pilota ufficiale Guzzi. Erano i tempi dove se volevi
qualcosa dovevi dimostrare di saper fare quella cosa. Non c’erano concorsi ne domande
d’assunzione. Se volevi quel traguardo dovevi guadagnartelo, con sacrificio, sudore,
determinazione. Lui ha dimostrato di meritare di stare tra i grandi del suo tempo.
Ha aperto e gestito una concessionaria che e' diventata uno dei simboli di Mandello. E' stato
un padre generoso e affettuoso, amato e mai scordato e la figlia Alis ha molto del carattere
del padre, anche lei ha vissuto e amato la Guzzi e i suoi occhi buoni tradiscono quel sentimento
di nostalgia per i giorni felici accanto a un campione che lei semplicemente chiamava “papa'”.
Duilio e la Guzzi due arterie dello stesso cuore che muove la passione per la Guzzi, per Mandello
e il suo territorio. I guzzisti di tutto il mondo ricordano con affetto sincero questo campione che
ha vissuto di asfalto e passione e che ha saputo mettere il suo cuore in sincrono con l'aquila
dipinta sul serbatoio delle sue moto. La Piaggio di oggi rileggendo la storia della Guzzi potrebbe
scoprire, anche con un certo stupore, quanto grande e' stata la gloria di questa azienda che
delle corse e dell'innovazione ha fatto la sua bandiera grazie a uomini temerari, pionieri delle
corse che sprezzanti del pericolo rasentavano in precario equilibrio balle di fieno e muretti a
folle velocita' e senz'altro troverebbe spunti interessanti per costruire nuove motociclette e
tessere rapporti ancora piu' stretti con i clienti e i guzzisti del mondo intero. Duilio Agostini
ha dimostrato con la sua passione che tutto questo e' possibile e fattibile.
Duilio Agostini
Mandello del Lario, 8 aprile 1926 – 12 aprile 2008
Matteo Lenarduzzi
(nick: bradipo ita)