Curriculum motae (di Fabrizio "Zerponio") Stampa

L'ispirazione mi e' venuta oggi pomeriggio mentre sorseggiavo un buon caffe' e mi son detto, perche'non parlare della mia passione? Sono cresciuto leggendo riviste motociclistiche che lasciavo puntualmente aperte alla pagina che mi interessava,sulla scrivania di mio padre nella speranza che suscitasse un qualche interesse da parte sua,cosa mai accaduta.Come tutti restavo incantato davanti qualsiasi cosa avesse un motore e due ruote,ogni tanto riuscivo a convincere i malcapitati a portarmi a zonzo,ovviamente dietro e al massimo il giro del palazzo,ma cavolo com'ero contento. Nonostante le mie insistenze non ho mai avuto regalato il sospirato motorino,ma qualcosa accadde che ruppe l'incantesimo:mio zio Antonio decise arbitrariamente di regalare un Aspes monomarcia a mio fratello maggiore che aveva compiuto 14 anni,all'epoca io ne avevo 12.

 

 

 

 

Mio fratello che si chiama come lo zio(all'epoca si usava ricambiare il nome ad un parente stretto quando nasceva un bambino),era un folle su quel mezzo, e mio padre per un periodo nascondeva le chiavi per evitare che lo prendesse,ma non aveva calcolato che io ero un esploratore nato,avevo persino preso la specializzazione nei lupetti come osservatore,niente poteva essere nascosto che io non potessi trovare.Ovviamente prendevo il motorino a sua insaputa a 12 anni....ma gia' ero mentalizzato alla prudenza per cui mettevo il casco anche se non avevo l'eta' per guidare.Mi prendevano in giro tutti dato che non ancora era obbligatorio il casco,non che poi sia cambiato qualcosa con l'obbligo,pochi rispettavano la legge.L'Aspes fece una brutta fine dopo qualche anno e mio padre lo regalo'col motore fuso.Intanto mio fratello Antonio inizio' col distruggere l'auto di famiglia appena patentato e mio padre compro' un Atala 1 LL,per il mio fratellino minore, Fulvio. L'Atala era una cagata pazzesca quasi quanto l'aspes,ma aveva almeno il kick starter che per me era una innovazione. Ricordo vagamente che quel motorino fu pagato circa 1 milione,che poi era quanto aveva realmente recuperato mio padre al disfacimento per la Fiat Argenta che aveva distrutto il fratellone,per fortuna senza conseguenze per lui,ma non per la fidanzatina che lo accompagnava che resto' in coma per qualche giorno poi appena si riprese il bastardo la lascio'....no comment!Con l'Atala di mio fratello fulvio ho percorso tanti km.fino a quando un altro dei miei fratelli(siamo 4 )adriano,compro'una Cagiva elefant 350 motorizzata ducati. Finalmente c'era una moto vera in famiglia,io intanto ero cresciuto e potevo guidarla...quasi!Aveva qualche problemuccio ai freni la cagiva,ma mi piaceva l'erogazione del bicilindrico e la prima escursione fu in costiera amalfitana sotto la pioggia,in solitaria,come spesso accadeva ed accade ancor oggi. Ormai avevo capito che non c'erano speranze per ottenere un finanziamento a fondo perduto da mio padre per una moto,ero deluso ma la passione non si spegneva,leggevo e sognavo,sognavo e leggevo di moto potenti,viaggi,raduni leggendari di personaggi che sfidavano la neve in germania..mah,mi chiedevo quanto fossero idioti a prendere tanto freddo,senza sapere che poi anche io un giorno sarei andato all'elefantentreffen.Intanto la mia tecnica di cascatore si affinava,quanti jeans ho strappato, ma le lievi escoriazioni erano bazzecole rispetto alle incazzature del proprietario della Cagiva,non tanto per i danni alla moto che sostanzialmente non c'erano o quasi, dato che cadevo praticamente da fermo,ma per il fatto che lo prendevo per il culo rubandogli sempre le chiavi....vecchio vizio.Finalmente dopo il diploma arriva il lavoro,quello vero con lo stipendio a fine mese,eccoci,pensai subito,ora posso comprare una moto tutta mia.Sognavo la sportiva,la moto veloce e cosi' comprai dopo poco una splendida Honda VF500 F2,usata e carenata,da paura...bianca rossa e blu,i colori della HRC,bellissima,era lei,era arrivata la mia prima moto.Ho ancora conservato le cambiali che pagai...tante,ognuna di 550.000 lire.Iniziai a frequentare motociclisti di tutte le eta'per uscite in gruppo tipiche della domenica,si andava quasi sempre in costiera amalfitana che distava circa 40 minuti dal nostro ridente paesino alle falde del vesuvio.C'erano i locali che ci aspettavano al varco,bordo strada per una sfida all'ultima curva che quasi sempre vincevano loro. Tanto divertimento,tantissimi rischi corsi inutilmente ma mi e' andata sempre bene.Oggi non rinnego quel periodo che mi e' servito a capire bene la mia passione che direzione volesse prendere.Qualcuno non ha avuto questa possibilita' e ha lasciato i sogni in una curva della famigerata costiera. Dopo tanti anni ho capito che in moto si puo' anche morire,ho capito che correre non ti fa' vedere il panorama,ho capito che la moto per me e'gioia,nervi distesi e relax,buona cucina e tante risate fatte di cose semplici,genuine...... ...continua...

 
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