Report del mio giro di ieri, così se qualcuno lo volesse fare ha qualche indicazione. Ieri ho diretto le mie ruote verso le Torri di Fraele, verso qualcosa di nuovo e di poco conosciuto. Ho trovato questo luogo “viaggiando” con Google Earth, attratto da una serie di tornanti e da una strada che pareva perdersi tra le montagne. Partito di buon mattino, una volta giunto a Bormio ho seguito le indicazioni per Livigno e, subito fuori dal paese, quelle per le Torri di Fraele ed i laghi di Cancano. La strada sale con una serie di tornanti stretti ed è costellata da sassi franati dalle pendici. Nessuno sta salendo, tranne alcuni ciclisti. I cartelli indicano che non ci sono parapetti, che c’è pericolo di frane e slavine. In caso di temporali la strada non è percorribile: in breve, state attenti!!! Le Torri si vedono già da molto, molto lontano e si capisce bene che la zona era altamente strategica. Qui i nemici da avvistare non erano i saraceni ma gli svizzeri e le torri facevano buona guardia ad un passo (Passo Alpisella) ormai andato in disuso ed aperto solo ad escursionisti e mountain bike. All’ultimo tratto prima delle torri, ci sono due brevi gallerie. Sosta d’obbligo per guardare il paesaggio, leggere i tabelloni informativi e fare qualche foto. Cinquanta metri dopo le torri, l’asfalto finisce ed inizia una bella strada in terra battuta. I miei timori iniziali sono presto svaniti: la strada è ben tenuta, c’è qualche buca e qualche scanalatura dovuta al dilavamento della pioggia ma nulla di preoccupante. Non ci sono tratti ghiaiosi ed il brecciolino è sempre ben gestibile. Quasi subito si incontra il primo laghetto (lago di Fraele) che è naturale. Poi si arriva alla prima diga che forma il Lago di Cancano. Sul piazzale c’è un tabellone che spiega bene lo sfruttamento dell’acqua in questa valle e la storia delle tante dighe che sono state costruite. La strada segue la sponda del lago fino al grande muraglione della seconda diga che crea il lago di San Giacomo per poi proseguire, tenendo la sinistra, costeggiando anche questo lago. Il paesaggio, complice la giornata stupenda, è veramente bello. Non mancano rifugi e ristori. In cima al lago sono ancora visibili gli edifici (col tetto ormai sfondato) dove vivevano le centinaia di operai che hanno lavorato alla costruzione delle dighe e la chiesetta di San Giacomo, smontata e ricostruita per evitare venisse sommersa dal lago artificiale. Durante i periodi di secca, quando il livello dell’acqua si abbassa, riemergono vecchie case e malghe. Il giro del lago prosegue e la strada sterrata invita ad aprire un po’ di più il gas. Arrivati di nuovo alla diga, la si percorre in tutta la sua lunghezza e ci si ricollega alla strada che riporta alle torri. In tutto lo sterrato percorso è una decina di chilometri e, ripeto, è davvero facile e se lo dico io …. E’ quasi mezzogiorno e decido di andare a Livigno passando dal Passo del Foscagno. A Livigno doppio disappunto: il primo perche a Livigno, se ce l’hai piccolo (il serbatoio) godi la metà e il secondo perché il Birrificio era chiuso per ferie!!! Non si fa! Il resto della giornata è proseguito con: tunnel passo del Gallo, Passo del Fuorn, Passo Umbrail, Passo Stelvio (maglietta del passo con la nostra stelviona… + panino salsiccia e crauti…), Passo Gavia e rientro a casa dalle fumose gallerie del lago d’Iseo.
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Commento file: vecchie case degli oparai
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Commento file: giro dei laghi di Cancano
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Commento file: laghetto naturale di Fraele
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Commento file: Galleria prima delle Torri
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Commento file: serie di tornanti che salgono alle Torri
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